Si intitola “Silentium” la mostra di Giuliano Giuman visitabile fino al 7 ottobre all’interno dell’abbazia di Sassovivo a Foligno.
Se all’apparenza potrebbe sembrare che Foligno e Giuman non abbiano nulla a che fare con Cuneo e con lo Studio Reverdito Alemanno, in realtà i pazienti più attenti del nostro studio si saranno accorti che quelle sfumature di colore e quei vetri hanno un qualcosa di “già visto”. All’interno dello Studio Reverdito Alemanno di corso Nizza a 6 ci sono infatti ben due opere permanenti dell’artista perugino.
LA FAVOLA FUTURISTA
I portici di Cuneo, le montagne e il Monviso, il “Re di Pietra” della provincia Granda sono state infatti l’ispirazione della grande parete in vetro colorato che fa da sfondo allo studio numero 1, quello dedicato ai nostri pazienti più piccoli. Entrando nello studio, poco oltre la postazione dell’accoglienza, ci si imbatte infatti in questa grande parete colorata ad opera dell’artista Giuliano Giuman. “La favola futurista” è formata da sei grande lastre di vetro sovrapposte e dipinte a gran fuoco a 650 gradi, stratificate e temperate. Si ispira alle forme del paesaggio naturale, cioè le Alpi e alle linee architettoniche dei tipici portici della città.
«La “Luce” – spiega l’artista -, attraversando il vetro, lo accende e i colori restituiti si fondono in un emozionante percorso. Ogni volta che si passerà, si avrà una “Luce” diversa e sarà, un po’, come rileggere la stessa favola, con un tono di voce diverso».
«Inoltre – racconta il dottor Reverdito – ha la particolarità di ricevere la mattina la luce del sole che proietta il tondo della sua immagine proprio vicino alle vette delle montagne raffigurate. Il sole infatti è visibile lungo la traversa di via Nizza di fronte allo studio, bypassando così l’ombra del palazzo di fronte».
LA CODA DEL DRAGO
E non solo, voltandosi, sulla parete curva di fronte, un’altra opera di Giuman colora l’ingresso dello studio: si tratta di una serie di cerchi in vetro che terminano con un movimento verso l’alto, a simboleggiare un augurio dell’artista di miglioramento continuo dello studio e dei servizi offerti ai pazienti. “La coda del drago”, questo il titolo dell’opera, è formata da 14 vetri con forma circolare e diametri diversi, più un quadrato e un triangolare. Le lastre dipinte all’interno sono 3 e messe in forno per una fusione a 820 gradi.
«La creatura fiabesca – sottolinea Giuman -, ha lasciato traccia solo dell’ultima parte del suo corpo, appunto, la coda. E’ la testimonianza della vittoria vista quasi come un trofeo, ma con la sua disposizione curva, suggerisce anche una possibile lettura di spazio musicale».
LA MOSTRA DI FOLIGNO
Per chi dovesse ancora organizzare le vacanze o si trovasse nelle prossime settimane nelle zone che circondano Foligno, la mostra all’abbazia di Sassovivo è un’occasione unica di poter conoscere da vicino l’artista che è protagonista all’interno dello studio di corso Nizza a Cuneo. Vetro, pittura su tela e tavola, fotografia, ceramica, installazioni: un totale di 23 opere che rappresentano una riflessione sul mondo esterno e allo stesso tempo un ascolto interiore di sé. Non a caso la mostra si chiama “Silentium”, la condizione umana dove è possibile concentrarsi sugli stimoli esterni, come un’opera d’arte, e allo stesso tempo gettare un occhio nella profondità di se stessi.
«Una dimensione, quella di Silentium – scrive Antonella Pesola nel catalogo della mostra – che in questo particolare momento storico post-pandemico, di crisi e guerra anche in Europa, non rappresenta un vuoto o un’assenza ma, al contrario, è il modo in cui si organizza la presenza: essere, essere nel presente, adesso. Proprio ora che il rapporto con il mondo è stato totalmente messo in discussione, catapultandoci in un presente che non ci saremmo mai aspettati, l’Arte diventa una chiave di lettura indispensabile, anche per indagare il nostro spirito».
«È singolare il rimando di come l’artista, per tutto il tempo del primo lockdown, abbia avuto la fortuna di trascorrere, ogni giorno, ore in solitudine proprio all’interno di un chiostro cinquecentesco adiacente alla sua casa/studio, ad approfondire, meditare e cercare risposte o forse solo ispirazioni.
La mostra Silentium raccoglie sia la documentazione di progetti e realizzazioni di opere di arte sacra del suo percorso artistico, sia opere ispirate proprio dal luogo sacro in cui è ospitata: apoteosi del silenzio, dove ognuno di noi può trovare il proprio concetto di bellezza e sacralità».
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CHI E’ GIULIANO GIUMAN
Nato a Perugia nel 1944, inizia a dipingere all’età di 20 anni. Suo maestro è stato Gerardo Dottori. Dal 1972 al 1981 lavora sul tema dell’ombra. Nel 1982 la sua ricerca si concentra sul rapporto tra pittura e musica, ma nel 1985 scopre il vetro che diventerà, per decenni, il supporto privilegiato per esprimere la sua arte.
Ha vinto molti importanti concorsi nazionali per edifici dello stato italiano con opere di tecniche diverse come grandi oli su tela, vetrate e ceramiche. Ha avuto anche committenze di arte sacra come il battistero della nuova chiesa S. Monica ed Agostino di Milano, inserito nella pubblicazione, a cura della diocesi, tra i 15 migliori battisteri antichi e moderni, in Milano.
Nel 2009, una immagine di una sua opera è nel Nuovo Lezionario per la liturgia della Chiesa cattolica.
Dal 1998 al 2013 ha insegnato “Tecnica della vetrata contemporanea” all’Accademia di Brera.
Dal 2009 al 2012 è stato direttore dell’Accademia “Pietro Vannucci di Perugia.
Ha tenuto oltre 100 mostre personali e 200 collettive in gallerie e musei nazionali e internazionali.